L’inserimento di parchi e di vegetazione all’interno di un contesto urbano apporta benefici non solo in termini di abbellimento e fruibilità della città, ma anche nel comfort termico, andando a modificare direttamente la temperatura e l’umidità dell’aria, la temperatura superficiale di pavimentazioni e manufatti e quindi il benessere degli utenti. I parchi non solo influiscono sugli utenti diretti, ma creano una serie di condizioni tali da modificare temperatura e umidità dell’aria anche nelle immediate vicinanze.
A queste conclusioni arriva Giulia Pasqualini Galliani nella sua tesi di laurea specialistica in Architettura “Progetto del verde e comfort ambientale negli spazi aperti – Un caso studio a Vado Ligure”, relatore Prof. Arch. Adriano Magliocco, correlatori: Prof.ssa Arch. Adriana Ghersi e Dott.ssa Marianna Nardino, Università di Genova – Anno Accademico 2011-2012.
Alla tesi ha collaborato anche il CNR di Bologna in qualità di co-relatore – dr. PhD Marianna Nardino – aiutando la candidata nello studio micrometeorologico del sito per la valutazione del benessere fisiologico delle persone attuato con modellistica numerica. Questi studi permettono una valutazione ex-ante ex-post intervento ovvero di potere optare tra diverse soluzioni urbanistico-architettoniche al fine di massimizzare il benessere in situazioni reali.
Pasqualini Galliani sottolinea come il beneficio apportato dai parchi sia un dato evidente e quantificato, ma il verificarsi di questa situazione positiva è strettamente vincolato alle condizioni biologiche delle piante, che essendo vive e in continuo cambiamento sono influenzate nella crescita da molti fattori esterni. L’ottimizzazione dei risultati, quindi, si avrà se le piante godranno di buona salute e potranno svilupparsi nelle condizioni più consone.
In effetti è proprio questa loro caratteristica, il fatto di essere vive, che rende l’impiego delle piante la più apprezzabile delle tecnologie applicabili nelle città, fondamentalmente costituite da materiali inerti. Ad esempio, è la pianta che avvisa, cambiando il colore delle foglie, del passaggio delle stagioni, rendendo la città sempre diversa.
L’effetto ‘climatizzante’ dei parchi, contrariamente a ciò che può sembrare, non è quindi il risultato della messa a dimora di piante, ma la sintesi di un intero sistema organico che mette in equilibrio tutte le sue diverse componenti: inerti (edifici, suolo, infrastrutture), acqua, piante e animali si ricompongono in quel rapporto di mutuo profitto che è l’essenza della sostenibilità.