Cosa sono le Smart City? Le numerose definizioni di Smart City elaborate negli anni hanno talvolta dato luogo a distorsioni semantiche, contribuendo a generare l’idea che una città si possa definire smart anche se conduce singole iniziative estemporanee e non coordinate, ad esempio installando una colonnina sperimentale per la ricarica elettrica dei veicoli o fornendo servizi di infomobilità alle fermate dei mezzi pubblici.

A rispondere alla domanda ci ha pensato la rivista “Energia, Ambiente e Innovazione”, il trimestrale dell’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Il magazine si propone di offrire una informazione autorevole sugli sviluppi della ricerca scientifica e sulle sue applicazioni nei settori delle nuove tecnologie, dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile con in fascicoli monografici su tematiche di attualità o sui grandi temi della cultura scientifica.

Il primo numero 2017 è infatti dedicato alle Smart City, con l’obiettivo di individuare i contorni di un termine che rischia di diventare una moda, ma di cui non è chiaro il significato.

Apre il numero un’intervista a Franco Ferrarotti, il sociologo urbano più noto in Italia e tra i più noti a livello europeo. Seguono molti contributi nazionali e internazionali che illustrano le attività utili a trasformare le città nei campi dell’energia, della mobilità, delle infrastrutture, dei rifiuti, per renderle più sostenibili e inclusive, più smart appunto, anche attraverso l’uso di nuove tecnologie della comunicazione.

Vi sono articoli scritti da esponenti di organizzazioni internazionali, di agenzie ambientali, di Enti di ricerca, Università, o redatti da rappresentanti di Comuni italiani e stranieri. Tutto ciò indica che, mentre “Ognuno muore solo”, come afferma lo scrittore Frank Fallada, al contrario nello sviluppo delle smart city “Nessuno può fare da solo”.